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Calprotectina nelle feci

La calprotectina è una proteina appartenente alla famiglia delle S100 ed è presente in grande quantità nei granulociti neutrofili, dove rappresenta il 5% delle proteine totali e il 60% di quelle citoplasmatiche. In minore quantità, la calprotectina è stata riscontrata anche nei monociti e nei macrofagi attivati.

La struttura della calprotectina è costituita da una catena polipeptidica leggera e da due catene polipeptidiche pesanti e ha un peso molecolare totale di 36,5 kDa. Si tratta di una proteina con attività batteriostatica e micostatica paragonabile a quella degli antibiotici: per questo l’abbondanza di calprotectina nei granulociti neutrofili e la sua attività antimicrobica ne suggeriscono un ruolo rilevante nelle funzioni difensive dell’organismo.

La presenza di calprotectina è stata riscontrata in diversi materiali biologici umani: nel siero, nella saliva, nel liquido cerebrospinale e nelle urine. E’ tuttavia il dosaggio della calprotectina presente nelle feci a offrire i maggiori  vantaggi nella valutazione del grado di infiammazione dell’intestino: la calprotectina infatti è una proteina estremamente stabile nelle feci, dove rimane inalterata anche per più di 7 giorni.

In presenza di processi infiammatori, la calprotectina viene rilasciata a seguito della granulazione dei granulociti neutrofili. Nel caso di un’infiammazione dell’intestino, la calprotectina può essere rilevata nelle feci. Il dosaggio fecale è l’unico che può fornire indicazioni dirette sulla localizzazione dell’infiammazione, mentre il dosaggio nel siero o nel plasma evidenzia uno stato di infiammazione che può essere localizzato ovunque.

L’aumento della concentrazione della calprotectina nelle feci è una conseguenza diretta della granulazione dei neutrofili a seguito di un danno della mucosa. Il dosaggio della calprotectina nelle feci offre notevoli vantaggi nella valutazione dell’infiammazione  dell’intestino. Nei pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali, che sono indicate internazionalmente con  IBD(Inflammatory Bowel Disease) e comprendono la colite ulcerosa, il morbo di Crohn e le cosiddette “coliti indeterminate”, il livello di calprotectina è infatti generalmente molto elevato. Nei soggetti affetti da Sindrome dell’Intestino Irritabile, indicata internazionalmente con IBS(Inflammatory Bowel Syndrome)il livello di calprotectina è invece  decisamente inferiore a quello riscontrato nei pazienti con malattia attiva, talvolta superiore al limite di riferimento ma, in ogni caso, sempre superiore a quello riscontrato nei soggetti sani

Scarica metodica CALFAST (CalFast_Rev1_2013-11-11)

Scarica metodica CALPREST (Calprest 9031_32124-1_Rev1_2012-10-25)

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Calprest

CHE COS’E’ CALPREST
Calprest è il test immunoenzimatico di Eurospital che consente di verificare, in modo accurato e non invasivo, la presenza di uno stato infiammatorio a carico del tratto intestinale.
Calprest permette di effettuare una diagnosi differenziale fra patologie di tipo  organico (Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali – MICI, note anche come Inflammatory Bowel Disease – IBD) e di tipo funzionale (Sindrome dell’Intestino Irritabile – SII, Irritable Bowel Syndrome – IBS). Se Calprest fornisce un risultato negativo, si può, con quasi assoluta certezza, escludere un’infiammazione a carico della mucosa intestinale.

UN TEST SEMPLICE E ACCURATO
Fino ad oggi, per valutare lo stato infiammatorio della mucosa intestinale era necessario ricorrere ad esami invasivi (colonscopia e conseguente esame istologico). Di recente, però, ha trovato sempre più credito l’uso di marcatori non invasivi: tra questi, uno dei più attendibili e sicuri è rappresentato dalla determinazione della concentrazione fecale della calprotectina, una proteina antimicrobica presente nei neutrofili che, in presenza di processi infiammatori a carico dell’intestino, viene rilasciata nel lume intestinale e pertanto può essere rilevata nelle feci.
Il principio diagnostico di Calprest si basa sulla determinazione quantitativa nelle feci dellacalprotectina: nei pazienti affetti da Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali il livello dicalprotectina è infatti generalmente molto elevato. Nei soggetti con Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS) il livello di calprotectina è invece decisamente inferiore a quello riscontrato nei pazienti con malattia attiva, talvolta superiore al limite di riferimento ma in ogni caso sempre superiore rispetto a quello rilevabile nei soggetti sani.
Calprest permette di utilizzare questo marcatore per selezionare i pazienti con infiammazione da avviare a ulteriori esami e risulta in tal senso maggiormente accurato rispetto ai normali test biochimici (VES, PCR).

SENSIBILITA’ E SPECIFICITA’
La determinazione della calprotectina fecale viene impiegata per la diagnosi differenziale tra IBD ed IBS grazie al suo elevato valore predittivo negativo che permette di escludere un’eventuale patologia organica.

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INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI
I campioni con una concentrazione di calprotectina superiore a 50 mg calprotectina/kg devono essere considerati positivi al test. Nei soggetti adulti sani il valore medio della calprotectina è di 25 mg calprotectina/kg.
Un risultato positivo di Calprest è indice di infiammazione intestinale e permette di selezionare con sicurezza i pazienti da avviare a ulteriori indagini diagnostiche.

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SCREENING E FOLLOW UP

Le prestazioni di Calprest, la semplicità d’uso e la non invasività del metodo ELISA consentono di utilizzare Calprest non solo per la diagnosi ma anche per lo screening per identificare, ad esempio, le cause infiammatorie della diarrea cronica. E’ possibile inoltre utilizzare Calprest per il follow up delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (IBD), della diverticolosi e per il monitoraggio della terapia farmacologica. Nonostante in molti casi si assista a un miglioramento della stato clinico del paziente e alla negativizzazione degli indici di infiammazione, lo stato infiammatorio a carico della mucosa intestinale permane a lungo ed è la principale causa delle ricadute che spesso si verificano in queste patologie. Più tempo intercorre fra la remissione clinica e la ricaduta della malattia, migliore è la prognosi del decorso della malattia.
Fino a poco tempo fa, la remissione istologica della malattia – cioè la completa ripresa funzionale della mucosa – poteva essere verificata soltanto tramite metodi invasivi. Recentemente è stato dimostrato che nei pazienti affetti da colite ulcerosa (CU), un valore di calprotectina negativo è indice di remissione non solo clinica ma anche istologica.
La disponibilità di una metodica non invasiva come quella utilizzata da Calprest ha permesso notevoli progressi non solo nella diagnosi dell’infiammazione dell’intestino, ma anche  nel monitoraggio e nell’ottimizzazione della terapia medica.
L’esecuzione nel tempo di Calprest permette di verificare il decorso clinico del paziente nell’ottica della prevenzione di eventuali ricadute e dell’adeguamento della strategia terapeutica.

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pdf metodica

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Calfast

CHE COS’E’ CalFast
CalFast è un test non invasivo messo a punto da Eurospital che consente di individuare in meno di 20 minuti i soggetti con sintomi riconducibili alle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (IBD), che comprendono la colite ulcerosa, il morbo di Crohn e le cosiddette “coliti indeterminate”. CalFast determina il livello di calprotectina presente nelle feci e permette un’analisi rapida, accurata e quantitativa.

PRINCIPIO DIAGNOSTICO
Fino ad oggi, per valutare lo stato infiammatorio della mucosa intestinale era necessario ricorrere ad esami invasivi (colonscopia e conseguente esame istologico). Recentemente ha trovato sempre più credito l’uso di marcatori non invasivi: tra questi, uno dei più attendibili e sicuri è rappresentato dalla determinazione della concentrazione fecale della calprotectina, una proteina antimicrobica presente nei neutrofili che, in presenza di processi infiammatori a carico dell’intestino, viene rilasciata nel lume intestinale e pertanto può essere rilevata nelle feci.
Il principio diagnostico di CalFast si basa sulla determinazione quantitativa nelle feci dellacalprotectina: nei pazienti affetti da Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (IBD) il livello dicalprotectina è infatti generalmente molto elevato. Nei soggetti con Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS) il livello di calprotectina è invece decisamente inferiore a quello riscontrato nei pazienti con malattia attiva, talvolta superiore al valore di riferimento ma, in ogni caso sempre superiore a quello riscontrabile nei soggetti sani.

INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI
I campioni con una concentrazione di calprotectina superiore a 70 mg/kg devono essere considerati positivi al test. Nei soggetti adulti sani il valore medio di Calprotectina è di 25 mg/kg.
Un risultato positivo di Calprest è indice di infiammazione intestinale e permette di selezionare con sicurezza i pazienti da avviare a ulteriori indagini diagnostiche.

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La disponibilità di una metodica non invasiva quale quella utilizzata da CalFast ha permesso notevoli progressi non solo nella diagnosi dell’infiammazione dell’intestino, ma anche nel monitoraggio e nell’ottimizzazione della terapia medica.SCREENING E FOLLOW UP
Le prestazioni di CalFast, la semplicità d’uso e la non-invasività del metodo immunocromatografico consentono di non limitare l’uso di CalFast solo alla diagnosi, ma di poterlo utilizzare anche nello screening per identificare, ad esempio, le cause infiammatorie della diarrea cronica. Inoltre, è possibile utilizzare CalFast per il follow up delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali(IBD), della Diverticolosi e il monitoraggio della terapia farmacologica . Nonostante in molti casi si assista a un miglioramento della stato clinico del paziente e alla negativizzazione degli indici di infiammazione, lo stato infiammatorio a carico della mucosa intestinale permane a lungo ed è il principale motivo delle ricadute che avvengono spesso in queste patologie. Più è lungo il tempo che intercorre tra la remissione clinica e la ricaduta della malattia, migliore è la prognosi del decorso della malattia.
Fino a poco tempo fa, la remissione istologica della malattia, cioè la completa ripresa funzionale della mucosa, poteva essere verificata solo tramite metodi invasivi. Recentemente è stato dimostrato che nei pazienti affetti da colite ulcerosa (CU), un valore di calprotectina negativo è indice di remissione non solo clinica ma anche istologica.

L’esecuzione nel tempo di test di CalFast permette di verificare il decorso clinico del paziente nell’ottica della prevenzione di eventuali ricadute e nell’adeguamento della la strategia terapeutica.

SENSIBILITA’ E SPECIFICITA’
I valori di sensibilità e specificità di CalFast sono sovrapponibili a quelli riportati in letteratura per Calprest.

COME SI ESEGUE IL TEST
La prima fase consiste nella raccolta del campione di feci: un processo reso estremamente facile e agevole grazie al nuovo ed esclusivo dispositivo medico diagnostico messo a punto da Eurospital.
Il dispositivo, marcato CE, contiene al suo interno il quantitativo di soluzione di estrazione necessario per eseguire il test. Una volta eseguita l’estrazione, il campione viene diluito e dispensato sul dispositivo diagnostico. Un lettore dedicato fornisce in soli 20 minuti la concentrazione di calprotectina rilevata nel campione.

COSA FARE SE IL TEST E’ POSITIVO
In caso di risultato positivo, è consigliabile eseguire il test Calprest (ELISA) per avere maggiori informazioni sull’infiammazione dell’intestino.

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